
Il governo laburista del Regno Unito ha annunciato un piano per ridurre il sistema di welfare, con l’obiettivo di promuovere l’occupazione tra le persone con problemi di salute fisica, mentale e disabilità, riducendo di fatto la spesa pubblica di 5 miliardi di sterline (circa 6 miliardi di euro) entro il 2029-2030. Una delle misure principali è l’introduzione del cosiddetto “diritto di provarci”, che prevede di accettare diversi lavori senza perdere automaticamente i benefici.
Nell’ultimo anno, il numero di persone che percepiscono il Personal Independence Payment (PIP), corrisposto ai disabili, è aumentato del 12%, arrivando a 3,66 milioni in Inghilterra e Galles.
La ministra del Lavoro e delle Pensioni Liz Kendall ha presentato al Parlamento una serie di misure volte a incoraggiare le persone a tornare nel mondo del lavoro, dopo il significativo calo dell’occupazione registrato a seguito della pandemia.
Tra le iniziative proposte c’è il “diritto di provarci” (“right to try”), una nuova legge che consentirà ai beneficiari di indennità di malattia di valutare opportunità di lavoro senza perdere immediatamente i propri benefici, creando un ambiente più flessibile per il loro ritorno al lavoro.
Kendall ha risposto alle critiche sui risparmi previdenziali proposti sottolineando il significativo aumento del numero di beneficiari del Personal Independence Payment (PIP), che lo scorso anno ha raggiunto quota 3,66 milioni, con un incremento del 12% in Inghilterra e Galles.
Tale incremento si traduce in un incremento del 71% dei beneficiari rispetto a gennaio 2020, prima della crisi dovuta alla pandemia, il che, secondo il ministro, riflette uno squilibrio nel sistema attuale.
I dati ufficiali evidenziano un aumento del 150% delle domande da parte dei giovani, un aumento del 190% dovuto a problemi di salute mentale e un sorprendente aumento del 400% delle domande dovute a difficoltà di tipo cognitivo.
Oltre a misure più severe per i requisiti del PIP, il governo si è impegnato ad adeguare questo beneficio all’inflazione, garantendo il pagamento universale alle persone con disabilità, indipendentemente dal loro reddito.
Inoltre, la riforma prevede la semplificazione del processo di ammissibilità ai sussidi e la razionalizzazione della gamma di aiuti disponibili, eliminando quelli che potrebbero scoraggiare la partecipazione alla forza lavoro.
Questa serie di misure, che ha generato un intenso dibattito e critiche da parte dei sindacati e di alcuni membri dello stesso Partito Laburista, mira ad alleviare il peso sullo stato sociale in un contesto di crescente debito e stagnazione economica.
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